Quando utilizzare i tutori per la caviglia
I tutori per la caviglia vengono adoperati al fine di bloccare l’articolazione dopo vari tipi di traumi, o anche in qualità di ausilio post-operatorio. Si tratta di una delle articolazioni più sollecitate del nostro corpo, essenziali per sostenerci nelle nostre attività quotidiane e in occasione di qualsiasi esercizio sportivo. Un elemento del genere può spesso provocare problemi non di poco conto e deve essere tenuto sotto controllo con la massima attenzione.
Nel caso in cui l’articolazione si infiammi, o si sia alle prese con l’incidente, un accessorio simile può fare la differenza. I tutori per caviglia, specie se su https://ortopediapalmeri.it/tutori-caviglia/, vanno trovati in maniera molto attenta precisa. Tale accorgimento migliora in misura netta la situazione, favorendo la guarigione dell’arto inferiore e fornendo la giusta stabilità all’area interessata. Ad ogni modo, prima di effettuare qualsiasi mossa, è sempre consigliabile chiedere il parere del proprio medico curante, o comunque di un ortopedico specializzato.
Quali sono le tipologie di tutori per la caviglia adatte a ogni contesto
I tutori per le caviglie sono disponibili in commercio in numerose tipologie. Ad ogni modo, il loro scopo è sempre lo stesso, ossia mantenere bloccata l’articolazione e limitarne al minimo i movimenti, tramite un’inclinazione pari a 90 gradi. In genere, i tutori ortopedici mettono a disposizione una chiusura regolabile. In questo modo, è possibile adattarsi al meglio a varie misure e necessità. In caso di infortuni abbastanza lievi, è possibile applicare tutori poco compressivi e fascianti. Se la situazione è un po’ più complicata, meglio affidarsi a uno strumento che tenga la caviglia più ferma possibile. I tutori rigidi bloccano il movimento e consentono di riprendersi con maggiore facilità.
Cosa fare in caso di distorsioni
Quando vanno affrontate delle distorsioni, l’utilizzo del tutore ortopedico risulta particolarmente efficace ed è una soluzione che può essere attuata nell’immediato. Se il problema è lieve, ci si può affidare al protocollo RICE, in base al quale il tutore interviene in fase di compressione e mantiene ferma l’articolazione tramite una fasciatura accurata.
Cosa fare in caso di lesioni di media entità
Se invece si deve far fronte a lesioni di media entità, il protocollo RICE potrebbe non essere sufficiente. In tali casi, è possibile ricorrere ad ausili per la deambulazione, come le classiche stampelle. Se invece si parla di distorsioni di secondo e terzo grado, non serve immobilizzare l’articolazione. Ci vuole un apposito tutore da applicare per alcune settimane. Se dopo una lesione non vengono recuperati i movimenti fino in fondo, bisogna solo effettuare un intervento chirurgico. Per fortuna, ciò avviene in casi molto rari.
Cosa fare in caso di infiammazione al tendine di Achille
In caso di infiammazione del tendine d’Achille, un inconveniente molto doloroso e fastidioso, il medico o il fisioterapista possono prescrivere l’uso di un tutore elastico, unito alla terapia conservativa. Tali accorgimenti facilitano la distribuzione del peso corporeo, in modo da non scaricare tutto il peso sull’articolazione infiammata. Al contempo, i movimenti del piede non vengono messi a rischio.
Cosa fare in caso di frattura della caviglia
In passato, una frattura della caviglia prevedeva l’utilizzo del gesso lungo l’intera area. Al giorno d’oggi, gli ortopedici preferiscono applicare un semplice tutore rigido, da indossare per tutta la giornata, ma sempre sotto la massima sorveglianza da parte di un medico. Quando la situazione migliora, il tutore può essere tolto per facilitare ogni movimento muscolare. Lo stesso discorso è valido per quanto riguarda gli eventuali interventi chirurgici alla caviglia.