Cosa significa essere libero professionista: tutto quello che c’è da sapere

Vista l’attuale crisi economica che ha delle ricadute importanti sulle nostre vite, sono sempre di meno le persone che possono godere di un contratto di lavoro a tempo determinato o addirittura indeterminato. Nel contempo, sono sempre di più le persone che scelgono di mettersi in proprio e di aprire Partita Iva: stiamo parlando dei lavoratori autonomi e di una sottocategoria di autonomi, vale a dire i cosiddetti liberi professionisti. In questa guida cercheremo di capire meglio chi è il libero professionista e cosa fa, ma concentreremo l’attenzione anche sui vantaggi e sugli svantaggi che sono legati alla figura del libero professionista.
Chi è il libero professionista
Viene considerato libero professionista colui che esercita in proprio una libera professione intellettuale, tra cui architetti, commercialisti e avvocati. I liberi professionisti di solito hanno una laurea e dispongono di un albo oppure sono iscritti ai registri o elenchi riconosciuti a livello normativo nazionale. Fare il libero professionista oggi è una scelta coraggiosa, che si contrappone alla stabilità offerta dal famigerato posto fisso, come testimoniato anche da questa guida del sito careersmilano.it che offre dei consigli sul percorso lavorativo più adatto a te.
La legge oggi riconosce le professioni intellettuali, per il cui esercizio è necessaria l’iscrizione ad appositi albi o elenchi tenuti dagli ordini professionali che prevedono anche il superamento di un Esame di Stato. Queste professioni sono chiamate ordinistiche o regolamentate: è il caso dei medici, degli avvocati , dei farmacisti, dei veterinari, dei chimici, dei biologi, degli architetti, degli ingegneri, degli agronomi e degli psicologi, oltre che dei notai, tra gli altri. Al contrario, le professioni per il cui esercizio non è prevista l’iscrizione ad un albo o il superamento di un Esame di Stato, vengono definite professioni non regolamentate, ovvero non soggette ad una regolamentazione pubblicistica.
Il libero professionista in Italia: gli obblighi
Il settore dei liberi professionisti in Italia è piuttosto variegato e fluido. Tramite il rapporto 2021 sulle libere professioni in Italia si può vedere come il numero dei liberi professionisti in Italia sia di circa 1.400.000, ovvero il 6% delle persone con un’occupazione. Veneto, Campania e Marche sono le tre regioni dove si registra un numero maggiore di liberi professionisti, mentre i settori dove c’è stato un aumento di questa forma di lavoro sono quello scientifico e quello socio-sanitario, se confrontato con gli anni precedenti. Il libero professionista in Italia oggi ha degli obblighi particolari. Nello specifico, il freelance deve:
- essere in possesso di una partita IVA, se oltrepassa il tetto massimo di 5000€ annuali di fatturato, e comunicarlo all’Agenzia delle Entrate attraverso un CAF o un commercialista;
- possedere un codice Ateco che regolamenta la propria attività economica;
- aderire a un regime fiscale ordinario o forfettario;
- versare i contributi alla cassa del proprio albo di riferimento o alla Gestione separata INPS;
- gestire la contabilità e le fatture della propria attività lavorativa.
I liberi professionisti e l’accesso al credito
Una delle principali garanzie economiche che occorre dimostrare ai creditori per poter accedere ad un finanziamento è la classica busta paga. Si tratta di un documento di reddito che certifica un’entrata economica, di solito mensile, a favore del lavoratore. Per chi non dispone di una busta paga, come nel caso dei liberi professionisti, può essere complesso infatti riuscire ad accedere ad un prestito o un finanziamento.
Tuttavia, oggi anche per i liberi professionisti è possibile accedere ad una certa liquidità tramite la richiesta di specifici prestiti, tra cui quello cambializzato. Il prestito cambializzato è un finanziamento che prevede un rimborso tramite la compilazione, la firma e il pagamento delle cosiddette cambiali, dei titoli esecutivi che in caso di insolvenza permettono al creditore di procedere con il pignoramento dei beni del debitore. Sono dei finanziamenti che si possono ottenere in modo molto semplice, spesso presentando poche garanzie economiche. È possibile anche emettere una nuova cambiale in caso di impossibilità economica, ma bisogna considerare i costi di rinnovo e tenere presente il fatto che l’emissione o il rinnovo di una cambiale implica delle spese aggiuntive.